Ultimo Urlo - Inviato da: Panzerfaust - Sabato, 02 Gennaio 2010 15:56
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La Storia del S.A.F.

.: La storia del S.A.F.

di Marino Perissinotto
 

 

È recentissima l'entrata nelle Forze Armate Italiane di volontarie; e questo è bensì un cambiamento epocale, ma non una novità assoluta. Nelle Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana nacquero ed operarono due Servizi Ausiliari Femminili: quello organizzato dal Partito Fascista Repubblicano, e l'omologo nato nella Decima Flottiglia MAS. Nelle settimane immediatamente seguite all'armistizio, furono numerosi i casi di donne che intrapresero attività legate al rinato partito fascista, oppure si presentarono volontarie per servire nelle prime spontanee formazioni militari di quella che sarebbe divenuta la Repubblica Sociale Italiana.
Solo una parte di loro riuscì a raggiungere tale scopo, ma il 18 aprile del 1944, col decreto legislativo n. 447, era costituito il Corpo Femminile Volontario per i Servizi Ausiliari, che per la prima e sinora unica volta nella storia d'Italia inquadrava delle donne con lo status militare, pur prevedendone un servizio non armato. Alla fine del conflitto esso aveva raccolto oltre 5.000 appartenenti, distribuite operativamente fra l'Esercito, l'Aviazione, la Guardia Nazionale e le Brigate Nere. N'era rimasto totalmente autonomo un solo servizio ausiliario femminile: quello della Decima Flottiglia MAS. La presenza operativa femminile all'interno di una formazione combattente volontaria ed autonoma che si rifà alle tradizioni della Marina, come la Decima Flottiglia MAS della RSI, parrebbe essere stata difficile.


Le allieve del 2° Corso Saf X^; al centro la comandante
Fede Arnaud (foto arch. Panzarasa)

Numerosi ruoli chiave nell'organizzazione furono invece sin dagli inizi ricoperti da donne, inquadrate come dipendenti civili. Figura determinante per la partecipazione militare femminile alle vicende della Decima fu una giovane donna: Fede Arnaud. Partito il battaglione Barbarigo per il fronte di Nettuno, Fede s'era recata a Roma, ed assieme ad alcune ragazze volontarie aveva cominciato a prestare assistenza ai feriti presso l'ospedale militare del Celio, ed a collaborare con il Comando Tappa della Decima. Il nucleo romano del SAF rimarrà nella capitale sino al 3 giugno 1944, quindi ripiegherà incolonnato coi feriti ed i resti del Barbarigo reduce dal fronte di Nettuno. Fede riuscì in breve a convincere Borghese sull'utilità della presenza femminile nella Decima, sia per il fine pratico di sgravare dei combattenti da mansioni burocratiche, sia per sollecitare una parità nei doveri e nei diritti sino allora negata. La consacrazione ufficiale del SAF Decima venne il primo marzo 1944, e la realizzazione pratica fu immediatamente conseguente. Il SAF Decima si organizzò su Comando, Comando Deposito, e Centro Scuola, con sede unificata a Grandola (Como), ed era direttamente dipendente dal Comando Decima. Una scelta fondamentale riguardò i criteri di selezione ed ammissione delle volontarie.. Il regolamento prevedeva i seguenti requisiti: moralità - volontariato - idoneità fisica - titolo di studio minimo licenza elementare - consenso dei genitori o di chi ne fa le veci per le minorenni, oppure consenso del marito per le coniugate. Le origini sociali e la formazione culturale avevano poca importanza, molta ne avevano invece le motivazioni e la capacità di accettare una disciplina non solo formale, che si trasformava in un vero e proprio codice etico e morale.
Negli altri Servizi era previsto che le volontarie potessero ricoprire l'intera scala gerarchica, giungendo al grado di generale, ed invece il SAF Decima si organizzò su soli cinque gradi, individuati con finalità esclusivamente funzionali. Sotto il profilo organico, l'unità fondamentale del SAF Decima era il Nucleo; più nuclei formavano amministrativamente un reparto, e più reparti il gruppo. Nessuno dei compiti assegnati alle Volontarie prevedeva lo svolgimento di servizi armati o l'inserimento in ruoli combattenti. La loro unica protezione era lo status di militari, riconosciuto dalle forze armate alleate, e che in numerosi casi non riuscì a salvarle dalle violenze degli ultimi giorni di guerra. Vi era infine l'aspetto politico. La Decima era una formazione militare, in cui ogni manifestazione politica, sino al fregiarsi di distintivi connessi al partito fascista, era vietata. Le volontarie vissero in tale spirito, anche se molte di loro erano di fede fascista. Il regolamento prevedeva che presso il Centro Scuola si svolgessero i corsi formativi e di specializzazione, della durata di tre mesi. Come prima sede fu trovata una scuola elementare a Sulzano, un paesino sulle sponde del lago d'Iseo. Il 5 giugno 1944 prese così il via il primo corso, denominato "Nettuno". Il 21 luglio il Corso si trasferì a Grandola, in provincia di Como, nei locali più idonei dell'Albergo Miravalle. Pochi giorni dopo, il mattino del 4 agosto, un gruppo d'allieve intente alla ginnastica fu attaccato da un gruppo di partigiani; quattro volontarie furono prese prigioniere.
Mentre si allontanavano, uno dei partigiani fece esplodere accidentalmente una bomba a mano, rimanendo gravemente ferito. Le quattro, due delle quali avevano riportato lesioni dall'esplosione, furono rilasciate. Il 15 agosto 1944 terminò il primo corso, superato da 36 allieve,da cui furono tratte sia le componenti del 1° Reparto SAF X, creato ufficialmente lo stesso 15 agosto 1944 ed avente sede a Milano, sia i quadri per la struttura didattica ed amministrativa dello stesso Servizio. Nelle principali città della RSI nacquero i suoi Centri d'arruolamento femminile, appoggiandosi a quelli maschili. L'8 settembre 1944 prese il via il secondo Corso SAF "Anzio", sempre a Grandola. Lo frequentarono circa 60 volontarie, che giurarono il 28 ottobre successivo. Nel dicembre 1945 il terzo Corso SAF "Fiumicino" si avviò a Col di Luna, presso Vittorio Veneto. Il marzo successivo il Centro Scuola ancora una volta fu trasferito, stavolta a Venezia, ove iniziò il quarto corso, che, per il precipitare degli eventi ebbe termine il 30 aprile successivo. Complessivamente, i corsi formarono circa 200 volontarie; un numero ridotto in confronto a quello degli altri servizi, in cui servirono oltre 4.500 donne.


Allieve di un corso SAF X^ schierate (foto arch. Panzarasa)

Alcune altre volontarie giunsero dal servizio gemello, o chiedendo il trasferimento a reparti della Decima, oppure più semplicemente ingegnandosi d'arrivare al fronte ed essendo semplicemente prese in servizio. Oltre alle volontarie formate ai propri corsi, il SAF Decima accolse infatti anche altre giovani, che avevano frequentato i corsi delle Forze Armate, del Partito o dell'Opera Balilla. In particolare si devono ricordare le ausiliarie assegnate al Battaglione Lupo in partenza per il fronte, in quanto il SAF Decima ancora non aveva terminato il suo secondo corso, e non poteva quindi fornire proprio personale. Un'altra categoria di volontarie è rappresentata dalle collaboratrici permanenti od occasionali dei servizi d'informazione della Decima. Di loro si sa ben poco: qualche accenno in memoriali del dopoguerra, il ricordo di alcuni sbarchi notturni oltre le linee nemiche, e null'altro. Negli ultimi giorni di guerra le volontarie aggregate ai reparti del 1° Gruppo di Combattimento, in retroguardia durante la ritirata dal fronte del Senio, condivisero i rischi e le privazioni dei commilitoni maschi, ed anche la sorte di prigioniere delle forze armate alleate, che riconobbero loro lo status di militari.
Non furono le più sfortunate. La fine ufficiale delle ostilità espose in molti casi le volontarie, alle violenze dei vincitori. Le volontarie del SAF Decima uccise nei giorni immediatamente seguenti alla fine ufficiale delle ostilità, e di cui si conosce il nome sono le seguenti: Antonietta De Simone Blandina Lovise Luciana Minardi Laura Giolo Lidia Fragiacomo Eleonora Sommariva. Rosuccia AMODIO Rimangono senza nome le volontarie uccise mentre prestavano servizio ai comandi tappa di Torino, Zara, Fiume e Pola.

Marino Perissinotto

IL REGOLAMENTO DEL S.A.F. DECIMA

Marina da guerra repubblicana. X Flottiglia M.A.S. Stralcio di regolamento sul servizio ausiliario di guerra.

Organizzazione volontaria femminile

Giuridicamente sottoposta al C.P.M. Retta da un regolamento di disciplina simile a quello militare. Veste l'uniforme con le norme di un apposito regolamento. Presta giuramento come le Forze Armate.


Valdobbiadene, 1945. Le volontarie infermiere Antonietta
Dall'Oglio, a sinistra, e Margherita Barsanti, durante una
cerimonia del battaglione Nuotatori Paracadutisti, cui erano
assegnate. In mezzo a loro la madre del marò Leonardo
Baiocco, caduto in combattimento nel Goriziano.
(foto arch. Panzarasa)

Specialità

Impiego territoriale:
Addette al servizio sanitario - Radiotelegrafiste - Segretarie - Interpreti - Contabili - Archiviste - Stenodattilografe -Telefoniste - Sarte - Addette di cucina e di cambusa - Addette propaganda e assistenza.

Impiego in zona d'operazione:
Addette al servizio sanitario - Interpreti - Addette di cucina e di cambusa - Addette propaganda ed assistenza. Istruzione Presso un Centro Scuola: Corso formativo, corsi di specializzazione (dai corsi possono essere dimesse, su proposta della Capo - Corso, le Volontarie che non diano affidamento di buona riuscita).


Inquadramento

In nucleo per specialità; raggruppati in reparti, costituenti il gruppo. Gerarchia femminile dalla quale dipendono disciplinarmente. Per l'impiego dipendenza dai Capi - Uffici e Capi - Servizio.


Trattamento economico

Equiparato ai militari di corrispondente grado.


Gerarchia

Volontaria corrispondente al militare di truppa Volontaria Scelta corrispondente al Sottufficiale V. Capo Nucleo corrispondente all'Ufficiale (T. di C.) V. Capo Reparto corrispondente all'Ufficiale (T. di F.) V. Capo Gruppo corrispondente all'Ufficiale (T. di V.)


Promozioni

da Volontaria a Volontaria Scelta: Per meriti e con anzianità minima nel grado inferiore di mesi sei.

da Volontaria Scelta a Capo Nucleo: Per meriti e con anzianità minima nel grado inferiore di mesi tre. Titolo di studio obbligatorio: Licenza d'Istituto Medio Superiore.

da Capo Nucleo a Capo Reparto: Per meriti e con anzianità minima nel grado inferiore di anni uno.

da Capo Reparto a Capo Gruppo: Per meriti e con anzianità minima nel grado inferiore di anni tre.


Programma di massima per il corso formativo

Per istruzione
Educazione Fisica - Norme di contegno - Norme igieniche - Regolamento e disciplina - Codice Penale Militare - Istruzione alle armi per difesa personale.

Per conoscenza
Regolamento sulla vita di caserma - Addestramento militare - Istruzioni Militari - Istituti dello Stato.

Corsi di specializzazione
I programmi di massima sono ancora allo studio.


Requisiti per l'arruolamento

Moralità - Volontariato - Idoneità fisica - Titolo di studio (minimo licenza elementare) - Consenso dei genitori o di chi ne fa le veci (per le minorenni), consenso del marito (per le coniugate).

Stralcio di regolamento sull'uniforme e norme di vita L'uniforme è costituita da: Giacca sahariana senza collo in panno grigio - verde. Gonna in panno g.v. Pastrano in panno g.v. Basco in panno g.v. Maglione con collo alto rovesciato (grigio). Calzettoni in lana g.v. Scarponi. Per la divisa estiva gli stessi capi di corredo saranno confezionati in tela kaki. Là sahariana avrà il collo chiuso. Calzettini kaki e sandali.


Fregi


Le volontarie del Battaglione Lupo sfilano a Milano
prima di partire per il fronte. (foto arch. Panzarasa)

Sul berretto: bottone in panno azzurro con ancora d'oro. Sulla manica sinistra della giacca e del pastrano: distintivo del Corpo. Sul lato destro del davanti della giacca e del pastrano: distintivo delle FF.AA. (gladio romano con quercia e alloro). È vietata rigorosamente ogni qualsiasi modifica ai modelli dei capi di corredo approvati e distribuiti. Non potrà essere introdotto od aggiunto all'Uniforme alcun fregio o distintivo senza regolare autorizzazione del Comandante del Corpo.

Norme di vita

La Volontaria vestendo l'Uniforme è tenuta al rispetto assoluto delle seguenti norme:

Igiene: Pettinatura semplice e raccolta. Nessun uso di belletti, rossetti e matite per trucco. Massima pulizia del corpo.

Contegno:

È fatto divieto di accompagnarsi con uomini, sia civili che militari, sia per la strada che nei locali pubblici. In servizio o in franchigia le Volontarie siano sempre modeste, corrette, non rumorose e molto rispettose del prossimo. Nei rapporti con i superiori, i militari e i civili, devono usare sempre il voi e saper conservare costantemente le distanze, senza per questo mancare di cortesia. Nel parlare con i superiori rettificheranno sempre la posizione. Con tutti gli altri cureranno sempre che la posizione del corpo sia in atteggiamento rispettoso e corretto. Alle Volontarie è fatto rigoroso divieto di accogliere inviti individuali da parte di militari o civili, per feste, banchetti, trattenimenti o pranzi. Le Volontarie se dovessero recarsi in qualche luogo, per motivi privati, in compagnia di persone di famiglia o amici, potranno chiedere regolare autorizzazione alla propria superiore gerarchia e ne usufruiranno in abito strettamente civile. Alle Volontarie di minore età non è consentito ottenere permessi se non per usufruirne con persone di famiglia. La superiore che dovrà rilasciare il permesso si accerterà della parentela del richiedente.

Stralcio di regolamento di disciplina

Punizioni
Rimprovero semplice. Consegna. Camera di punizione semplice. Camera punizione di rigore. Rimprovero solenne. Espulsione.

Ricompense
per meriti:
Elogio. Elogio da iscriversi. Elogio solenne.

al valore:
Come per l'esercito.

Saluto
Il saluto è dovuto: alla Bandiera. al Capo dello Stato. alle Eccellenze e Medaglie d'Oro. alle Sentinelle. ai feretri. a tutti gli Ufficiali quando ci si presenta ad essi per ragioni di servizio.

 

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